Nel fine settimana appena trascorso, Milis ha ospitato la ventisettesima edizione della Rassegna Vini Novelli di Sardegna.Si è approfittato dell’occasione per fare una sorta di “stati generali” del comparto vitivinicolo isolano e si è tenuto l’interessante convegno “Il Cannonau, quale identità? Anima e corpo”.
Nel fine settimana appena trascorso, Milis ha ospitato la ventisettesima edizione della Rassegna Vini Novelli di Sardegna. Nel salone di Palazzo Boyle, la mattina di sabato 15 il delegato di AIS-Sassari Pier Paolo Fiori ha esposto le risultanze della degustazione dei novelli 2014, effettuata due giorni prima dall’autorevole commissione di esperti degustatori, segnalando come, a fronte di una conferma complessiva del livello qualitativo, il prodotto venga ancora confinato in una sorta di cono d’ombra, a causa delle ciclicità delle mode e di un disciplinare di produzione anonimo e penalizzante.
Come proposto da AIS Sardegna lo scorso anno, si è approfittato dell’occasione per fare una sorta di “stati generali” del comparto vitivinicolo isolano e, grazie all’impulso della nostra associazione, si è tenuto l’interessante convegno “Il Cannonau, quale identità? Anima e corpo”.
Un titolo quasi mistico, come ha spiegato il moderatore Roberto Dessanti, Presidente regionale dell’AIS, ma che si propone di inquadrare un’idea (l’anima, appunto) e, nel contempo, una struttura in grado di incarnarla.
Un’opportunità importante per promuovere il confronto tra i diversi operatori in un comparto che, storicamente, soffre una sorta di sindrome da “dispersione delle energie”.
Il primo intervento in scaletta è stato quello di Luca Mercenaro, agronomo presso l’Università di Sassari, il quale ha brillantemente esposto un efficace quadro d’insieme sulla diffusione del vitigno Cannonau in Sardegna, sottolineando le conseguenze di una conformazione territoriale molto variegata e, allo stesso tempo, dell’utilizzo di un’ampia varietà di cloni oltre che di differenti pratiche colturali. Mercenaro ha concluso auspicando la definizione di specifici modelli viticoli per i diversi ambienti, attraverso l’interazione tra biotipo e areali e l’utilizzo razionale della piattaforma clonale.
Enzo Biondo di Assoenologi Sardegna ha posto l’accento sulle specificità enologiche del vitigno, carente di antociani ma ricco di antiossidanti (soprattutto il “taumaturgico” resveratrolo), traendo spunto dalla propria pluriennale esperienza maturata soprattutto nell’areale di Oliena. Biondo, inoltre, ricollegandosi alla realtà francese, in cui vengono vinificati insieme Grenache e Mourvedre (“cugini” dei nostri Cannonau e Muristellu), ha auspicato una produzione nostrana che tragga vantaggio dall’interazione di questi due importanti e complementari vitigni.
Nell’ultimo intervento previsto, il presidente del Consorzio di tutela del Cannonau di Sardegna, Francesco Pira, ha descritto nel dettaglio l’evoluzione del disciplinare di produzione.
Ha poi preso il via il dibattito, inaugurato dal presidente dell’associazione “La strada del vino Cannonau”, Andrea Soddu, che ha posto l’attenzione sulla propria attività incentrata soprattutto sulla rete d’imprese.
Il responsabile relazioni esterne dell’azienda Sella & Mosca, Antonio Posadinu, ha spostato il baricentro della discussione su un piano più prettamente commerciale, evidenziando la necessità di identificare un sistema efficace per proporre il prodotto, trovando una sintesi tra localizzazione e marchio regionale.
Il giornalista eno-gastronomico Gilberto Arru, in maniera garbatamente provocatoria, ha sottolineato la mancanza di un progetto comune e l’anomalia di una ricerca d’identità che si trascina stancamente da circa 40 anni.
Marcello Usala, presidente della cantina Antichi Poderi di Jerzu, ha ricordato l’importante sforzo profuso dalla propria azienda per la valorizzazione dell’identità territoriale, attraverso l’imponente opera dei zonazione dei vigneti, cogliendo infine l’occasione per evidenziare il carente contributo della parte politica.
Ha subito risposto l’Assessore Regionale all’Agricoltura Elisabetta Falchi, ricordando l’utilità di questi appuntamenti nel fare emergere le criticità, così da avere a disposizione materiale per approntare strategie complessive di marketing in grado di valorizzare l’unità nelle diversità, avendo come unico obiettivo la valorizzazione dei prodotti di eccellenza. Risultati che possono essere raggiunti solo con la collaborazione di tutti gli operatori, dalle aziende, alle agenzie regionali, agli importantissimi consorzi.
Al termine dei lavori, il Presidente Dessanti ha salutato l’attento e partecipe uditorio invitando i presenti ad iniziare la “terapia del resveratrolo” nei banchi d’assaggio allestiti presso Villa Pernis, dove è stato possibile degustare, fino alla serata di domenica 16, ben 74 etichette a base cannonau (in purezza o in uvaggio) tra le più rappresentative dell’isola, servite impeccabilmente dai colleghi sommelier della delegazione di Oristano e accompagnate dagli assaggi predisposti dallo chef Pierluigi Fais del ristorante Josto al Duomo e dai suoi collaboratori.