Intervista al Presidente di AIS Sardegna

Intervista al Presidente di AIS Sardegna

Giovedì 5 luglio si è riunito per la prima volta il Consiglio Regionale di AIS Sardegna nella forma “allargata” prevista dalla nuova stesura dello Statuto, approvato all’unanimità nell’Assemblea dello scorso gennaio. La prima deliberazione assunta dal Consiglio Regionale ha riguardato la nomina dei Delegati, che ha seguito le indicazioni dei votanti che lo scorso 9 giugno hanno eletto i Consiglieri su base di Delegazione. La scelta dei responsabili di Delegazione è andata per 4/5 nel solco della continuità (Attilia Medda in Gallura, Tiziana Cossu a Cagliari, Francesco Deriu a Nuoro e Pier Paolo Fiori a Sassari), mentre ad Oristano Alessandro Benini ha avvicendato Giuseppe Recupero. La nostra Associazione sta attraversando un momento molto importante, a livello nazionale e territoriale, e mi è sembrato opportuno coinvolgere il rieletto Presidente Regionale Roberto Dessanti in una chiacchierata ad ampio raggio, diciamo così. In ossequio alle regole delle vecchie scuole di giornalismo, per una volta mi rivolgerò con il “lei” al Presidente, per sottolineare l’importanza del ruolo.

Allora, Presidente Dessanti, mi sembra giusto partire con un bilancio del quadriennio appena concluso.

Il mio parere potrebbe apparire viziato da un palese conflitto di interesse; ma accetto il rischio e dico che il bilancio, per molti aspetti, è più che positivo. Se guardiamo ai numeri, per esempio, dal 2015 la media dei nostri iscritti è stata di 848 associati con una punta di 919 nel 2018. Questo è il frutto dell’ottimo lavoro portato avanti indistintamente da tutti i delegati a livello territoriale, con un contributo naturalmente maggiore da parte della delegazione di Cagliari, ottimamente condotta da Tiziana Cossu. Un risultato incoraggiante soprattutto se si considera che ormai altre Associazioni operano nel nostro stesso settore. Evidentemente l’affidabilità e la storia dell’AIS sono ancora un valore aggiunto per chi si avvicina al mondo della sommellerie e del vino in particolare.
Ma, a prescindere dai numeri, quello che trovo positivo è stata l’apertura della nostra Associazione verso nuove attività. Quella editoriale in particolare ci ha dato molte soddisfazioni; mi riferisco alla Guida dei Vini Vitae, giunta alla quarta edizione (e la quinta è in “lavorazione”), la cui sezione sarda è interamente prodotta dai degustatori regionali sotto l’attenta regia di Pier Paolo Fiori; e ancora la Guida delle Birre artigianali della Sardegna: un lavoro del tutto nuovo portato avanti da colleghi di tutte le delegazioni coordinati da Antonio Furesi. Due prodotti che ci hanno messo in condizione, tra l’altro, di entrare in un rapporto diverso e più stretto con il mondo della produzione. Nella stessa direzione si colloca la Giornata Nazionale della Cultura del Vino e dell’Olio, un appuntamento annuale al quale teniamo molto e che ci ha accreditato presso le istituzioni e consentito di assumere un ruolo propositivo all’interno del settore dell’agroalimentare.

Il nuovo Statuto dell’AIS – che lei, come sappiamo, conosce molto bene per aver avuto un ruolo centrale in fase di revisione – ha avuto un primo importante banco di prova nelle recenti elezioni del 9 giugno. Ci può dare le sue impressioni sulle prime risultanze?

 È forse ancora presto per capire come incideranno le modifiche statutarie approvate di recente. L’aspettativa principale è che riescano a favorire una maggiore collegialità nel governo della Associazione sia a livello nazionale che regionale. In questo senso va letta la scelta di restituire al Consiglio Nazionale l’elezione del Presidente e del Vicepresidente e così pure l’allargamento dei Consigli Regionali e quindi l’attribuzione a questo organo – e non più al Presidente – della nomina dei Delegati territoriali. In entrambi i casi, infatti, un organo collegiale che è stato portato al centro dell’amministrazione dell’AIS nazionale e regionale.

In sede di organi consiliari sarà indispensabile garantire la sintesi tra le diverse istanze, anche per superare alcune spaccature emerse durante la campagna elettorale. Si trova d’accordo con questa mia osservazione?

 Certamente; ma non parlerei di spaccature. Il dibattito che ha preceduto le elezioni è stata un’ottima occasione di confronto tra visioni diverse di quelli che possono essere gli strumenti e le strategie più efficaci per dare attuazione al nostro scopo sociale. Questo confronto, anche appassionato, io lo considero un valore per la democrazia interna dell’Associazione. Concluse le elezioni, però, il nostro obbiettivo deve essere unico e condiviso, e in questo senso sarà determinante il ruolo del Presidente Nazionale che per Statuto è chiamato a dare unità di indirizzo all’Associazione e quindi a fare sintesi delle diverse posizioni e sensibilità emerse in campagna elettorale e rappresentate in Consiglio.

Passando alla nostra realtà isolana, il nuovo Consiglio Regionale rappresenta una bella immagine del panorama di AIS Sardegna, con le diverse aree geografiche rappresentate da colleghi stimati e apprezzati da tutti i soci. Domanda retorica (e forse un po’ maligna): si trova a suo agio nella nuova compagnia “allargata”?

Assolutamente sì. Direi anzi che la nuova composizione del Consiglio regionale risponde ad una esigenza molto sentita nell’ultimo quadriennio: quella di coinvolgere nel governo dell’Associazione colleghi in grado di portare professionalità diverse e nuove energie necessarie per far fronte alle sfide sempre più difficili che AIS Sardegna intende affrontare. Direi anzi che mi sento molto confortato dalla presenza in Consiglio dei colleghi che ho voluto nel mio listino e che con me sono stati eletti. Mi riferisco in primo luogo a Giuseppina Pilloni che, dopo aver ricoperto la carica di Presidente per dodici anni, con generosità ha accolto la mia richiesta di restare in Consiglio come segno tangibile della continuità del nuovo corso con la storia precedente dell’AIS in Sardegna. Ma ancora Roberto Pisano, Antonio Massaiu, Roberto Piras e Gavino Virdis, tutti colleghi di provata esperienza che mi affiancheranno nella amministrazione dell’Associazione Regionale che vorrei fosse più collegiale possibile. Qualcuno, scherzosamente ma non troppo, mi ha detto che avrò il mio bel da fare a “coordinare” dieci persone. L’idea non mi spaventa, né mi spaventa un confronto anche critico perché è il sale di un’Associazione.

Ritiene opportuno indicare in maniera ufficiale, nero su bianco, le scelte in merito alle cosiddette “deleghe” da affidare ai colleghi individuati come i più idonei ad occuparsi dei vari ambiti in cui si articola l’attività della nostra Associazione?

 In realtà in questa prima riunione le scelte collegiali hanno riguardato, come hai ricordato tu, i Delegati, ai quali sarà affidata l’organizzazione delle attività in ambito territoriale. In proposito lasciami precisare che non è affatto automatico che il Delegato sia individuato nel Consigliere eletto nell’ambito della delegazione ben potendo la delega esser attribuita a qualunque componente del Consiglio. Abbiamo quindi provveduto a nominare il Vicepresidente; un ruolo al quale intendo dare sempre maggior peso e per il quale ho ritenuto opportuno proporre Roberto Pisano; scelta che il Consiglio ha approvato all’unanimità ben conoscendo la professionalità e le doti umane di Roberto.
Fin qui le nomine previste dallo Statuto. Sulle deleghe per singoli settori, che per Statuto sono di competenza del Presidente, ho pensato di prendere ancora un po’ di tempo per valutare meglio le esigenze e le persone che meglio di altre possono interpretare il ruolo. Unica conferma è stata quella del Segretario Regionale, un incarico di particolare responsabilità per il quale ho voluto ancora al mio fianco per il prossimo quadriennio il “collaudatissimo” Franco Melis. Posso però anticipare che le aree per le quali intendo attribuire una delega sono quelle della comunicazione, del gruppo di servizio, degli eventi e infine della didattica. Per quest’ultima in particolare, considerata l’importanza che riveste per la nostra attività, penserei più che a una persona singola ad una commissione all’interno della quale individuare poi un coordinatore.

Pensa che la formula dell’organismo direttivo collegiale si possa (o si debba) applicare anche su base di Delegazione?

Sono realtà diverse ma certamente dobbiamo cogliere quella voglia di partecipazione espressa dagli associati e testimoniata anche dalla affluenza alle urne delle ultime elezioni. Ebbene, il Consiglio di Delegazione costituisce uno strumento importante messo a disposizione dallo Statuto. Motivo per cui abbiamo sollecitato i Delegati a dare piena attuazione a questa istanza di partecipazione nominando quanto prima i componenti del Consiglio, che potranno esser fino a dieci e che affiancheranno il Delegato nello svolgimento dei suoi compiti.

Come accennato in precedenza, l’unico avvicendamento tra i responsabili delle Delegazioni isolane è quello che ha riguardato Oristano, dove Giuseppe Recupero, dopo oltre vent’anni, ha passato la mano al giovane Alessandro Benini. Credo sia doveroso un riferimento (e un ringraziamento) ad un’autentica colonna di AIS Sardegna come è stato – ed è tuttora – Giuseppe Recupero. 

Sono assolutamente d’accordo con te: Giuseppe Recupero, per dedizione e spirito associativo, è stato un autentico esempio per tutti noi; lo abbiamo perciò festeggiato e ringraziato con una serata che si tenuta ad Oristano e che abbiamo dedicato ad un vino simbolo della terra di origine di Giuseppe: il Marsala. Una manifestazione alla quale hanno partecipato sommelier provenienti da tutta la Sardegna a testimonianza dell’affetto e della riconoscenza nei confronti di questo nostro amico e collega. Sono sicuro però che Alessandro Benini saprà riproporre questi valori dando ulteriori prospettive ad un territorio come quello oristanese, al quale teniamo tutti in modo particolare se non altro perché proprio ad Oristano affondano le radici dell’AIS in Sardegna.

In conclusione, cosa ci dovremo aspettare per i prossimi quattro anni?

Il Consiglio Direttivo sta lavorando ad un’AIS sempre più strutturata e presente nel territorio. Le idee in campo sono diverse e in questo inizio del mio secondo e ultimo mandato vorrei sollecitare il contributo e la partecipazione di tutti. Per far ciò abbiamo in programma in autunno una “convention” per confrontarci sulle prospettive dell’associazione in Sardegna partendo da proposte concrete relative ad alcune aree tematiche che andremo a individuare.
I Corsi di formazione continuano a rappresentare il nostro principale impegno ma non il solo. Cercheremo perciò di mettere in campo iniziative nuove volte a fidelizzare i nostri associati e a consolidare il ruolo dell’AIS Sardegna quale soggetto attivo del settore. Insomma un’AIS più aperta e impegnata in una prospettiva di crescita complessiva del comparto regionale. In questa prospettiva un ruolo importante sarà assunto dalla comunicazione, per cui confido molto nel supporto che ci verrà anche dal nostro sito web che abbiamo sottoposto ad un completo restyling e che in questi anni ci ha fatto scoprire tra i nostri soci qualche promettente talento.

Nella foto da sinistra: Piras, Massaiu, Benini, Deriu, Virdis, Pilloni, Dessanti, Pisano, Medda, Cossu e Fiori.