Curiosando tra gli scafali di una libreria specializzata in prodotti di piccola editoria ho trovato un libretto interessantissimo che, attraverso il racconto di Daniela Paris, si propone di farci fare un “viaggio alla scoperta del Passito di Pantelleria”. Il titolo è azzeccato ed intrigante: “I vini dello Scirocco”.
Curiosando tra gli scafali di una libreria specializzata in prodotti di piccola editoria ho trovato un libretto interessantissimo che, attraverso il racconto di Daniela Paris, si propone di farci fare un “viaggio alla scoperta del Passito di Pantelleria”. Il titolo è azzeccato ed intrigante: “I vini dello Scirocco” (Edizioni Estemporanee).
Il viaggio proposto dall’autrice si svolge in due tappe. La prima si occupa di presentare al lettore l’isola di Pantelleria e i suoi vini. Il percorso si snoda tra le vicende storiche che hanno visto l’isola protagonista, con l’arrivo dei fenici e dei cartaginesi, seguiti da bizantini e saraceni, per arrivare velocemente fino a tempi più vicini ai giorni nostri. Bella la descrizione del territorio, basata non solo sui caratteri geologici e litologici dell’area, ma opportunamente accompagnata da un dettagliato racconto degli aspetti paesaggistici che rende chiara l’immagine dell’affascinante e selvaggia natura pantesca.
Si continua con l’esposizione della base ampelografica, costituita da un unico vitigno, il moscato di Alessandria, denominato localmente “zibibbo” e che tradisce l’influsso che la dominazione araba ha avuto in quelle aree. La presenza dei saraceni è anche rivelata, nella descrizione del vigneto pantesco, dai numerosi toponimi attribuiti alle zone di produzione maggiormente vocate, nomi arabeggianti che spesso campeggiano sulle più famose etichette qui prodotte. Interessanti e accurati sono i cenni sull’eroica coltivazione della vite, che richiede di erigere muretti a secco intorno ai ceppi per proteggerli dal torrido vento di scirocco, così come le note sulle produzione, partendo dai vari principi dettati dal disciplinare produttivo per arrivare all’esposizione della tecnica di appassimento e vinificazione tradizionalmente adottate a Pantelleria.
La seconda tappa è il viaggio vero e proprio alla scoperta del Passito di Pantelleria; è infatti una completa elencazione di tutte le cantine produttrici residenti nell’isola. L’autrice si sofferma a lungo nel descrivere le vigne di ogni azienda, rivelando come gli aspetti geologici, l’esposizione e il vento incidano sul carattere organolettico-sensoriale dei vari vini. Ad ogni produttore è dedicato un sottotitolo, un nomignolo, che ne rappresenta l’essenza e la filosofia produttiva. Non basta: il vino di Pantelleria non viene prodotto solo da aziende ufficialmente conosciute; allora la Paris, da profonda conoscitrice della realtà produttiva pantesca, visita anche quei produttori che non hanno una loro cantina o che sono ancora nelle fasi iniziali della loro attività, proponendo un quadro molto vivace e dinamico, che fa ben sperare sul futuro di questo vino, figlio del sole e del vento, così che venga ancora prodotto e continui a riscaldare i cuori e a rallegrare l’animo di quanti lo assaggiano.
Buona lettura!