Di Antonio Furesi – Delegazione Sassari
La viticoltura in Bulgaria ha radici storiche molto profonde, che conducono addirittura al terzo millennio a.C., quando il mercato enologico dei Traci era florido e ben diffuso nel centro Europa, arrivando poi ad imporsi in modo significativo durante i fasti dell’Impero Romano. Addirittura nel II secolo d.C. un editto dell’imperatore Antonino Pio introdusse la tutela dei vigneti della bassa Mizia, ponendo le basi per una delle primissime leggi in materia vitivinicola.
La produzione e diffusione del vino bulgaro è proseguita nell’antichità sino all’ingresso nel territorio balcanico della dominazione ottomana nel XIV secolo. Nel lungo periodo di occupazione, durato a fasi alterne per circa cinque secoli, il declino della viticoltura fu inesorabile.
Si dovrà attendere addirittura il XIX secolo, con la liberazione nel 1878, per assistere a uno sviluppo della moderna viticoltura ed enologia che, sfortunatamente, dovette immediatamente combattere contro la piaga della Fillossera. Con l’inizio del XX secolo si pongono le basi di una nuova cultura del vino. È proprio in questo periodo che fioriscono norme di settore e la Bulgaria si apre alla conoscenza del mondo enologico occidentale, con particolare attenzione alla produzione francese. Nascono le prime cooperative che contribuiranno ad un significativo progresso produttivo.
L’avvento del comunismo, dopo la Seconda guerra mondiale, ha sicuramente influito sul processo di cambiamento. Se da una parte si registrava una grande vendita di vini in massa per il mercato sovietico, non mancavano i risvolti positivi nel consolidamento del mercato interno. Fu questo un periodo di grande sviluppo tecnologico, negli anni ’50 e ’60 si ampliarono le estensioni medie dei vigneti, vennero introdotte molteplici tipologie di vitigni internazionali, pur conservando le peculiarità delle specie autoctone e si consolidò ulteriormente il mondo della cooperazione. Gli anni ’70 videro imporsi le prime valide norme sulla zonazione viticola del territorio bulgaro
Con la fine del regime comunista, al termine degli anni ‘80 e per una buona parte degli anni ’90, lo sviluppo di un mercato di vini di basso costo soprattutto verso isole britanniche e centro Europa ha contribuito a delineare una sorta di decadimento della qualità globale del vino bulgaro, esercitando un’influenza negativa sulla considerazione di questa realtà enologica da parte del mercato europeo occidentale.
A cavallo tra gli anni novanta e duemila, investimenti pubblici e privati, un importante contributo della ricerca e una adeguata valorizzazione dei terroir hanno riportato i vini bulgari verso un ottimo cliché qualitativo, pur a fronte di una diminuzione drastica dell’estensione del vigneto totale dai 140.000 ettari del 2002 ai 60.000 ettari del 2018.
La produzione bulgara, attestata su una media annua di circa 2.000.000 Hl, privilegia leggermente i rossi, che costituiscono circa il 60-70% del totale. Storicamente il territorio viticolo è suddiviso in cinque zone così distribuite:
Piana del Danubio: è il territorio compreso tra il Danubio a nord e la catena dei Balcani (Stara Planina) a sud; comprende circa il 30% del territorio nazionale. Caratterizzato da un clima prettamente continentale, presenta un’orografia debolmente collinare e un terreno influenzato per buona parte dalla presenza del grande fiume a settentrione che conferisce ai suoli un’origine tipicamente alluvionale. Tra le uve a bacca rossa si coltivano il cabernet sauvignon, il merlot e alcuni vitigni locali, come il gamza, detto anche kadarka, tipico della zona: Per i vini bianchi è piuttosto diffuso l’uso di chardonnay, riesling, muscat ottonel
Valle delle rose: immediatamente a sud della piana danubiana e della catena balcanica si estende una lunga e stretta valle, ricca di piantagioni delle più pregiate varietà di rose, che costituiscono una grande risorsa economica nel mercato delle essenze e della cosmesi. Enologicamente parlando la produzione del territorio è relativamente piccola, influenzata da un clima abbastanza mite e un territorio prevalentemente argilloso-sabbioso, in cui prevalgono i vini bianchi a base di riesling, traminer, sauvignon blanc e l’autoctono misket. La minoranza di vini rossi vede in syrah, cabernet sauvignon, pinot noir e nel locale pamid i vitigni di maggiore utilizzo.
Valle Tracia: collocato nella parte sud della Bulgaria e confinante con Grecia e Turchia, si tratta del territorio storicamente più famoso e nel quale la produzione di vini risale ad epoche molto antiche. Favorito da un clima temperato-continentale, grazie all’effetto schermante dai venti siberiani da parte della catena balcanica, con una buona distribuzione di piogge annuali, presenta un territorio limo argilloso, in parte alluvionale per la presenza del fiume Maritza. Le colline si alternano ad alcune aree montuose (Monti Rhodopi). È il territorio dove maggiormente spiccano rossi corposi e tannici soprattutto a base del vitigno autoctono per antonomasia mavrud e del già citato pamid; non mancano i vitigni internazionali, fra cui merlot e syrah.
Valle dello Struma: La valle occupa la parte sud occidentale della Bulgaria e si dipana lungo i canyon del fiume Struma. La città di Melnik costituisce se vogliamo la capitale enologica della regione e intorno ad essa, sin da tempi molto antichi, si è sviluppata la gran parte della produzione e delle tradizioni vitivinicole. Il vitigno autoctono più famoso del territorio prende appunto il nome dalla città e proprio in questo territorio si possono reperire i migliori Melnik di tutta la Bulgaria, vino molto caro, a quanto riferiscono le cronache, a Winston Churchill. Il clima, fortemente influenzato dalle montagne circostanti e dalla presenza del fiume Struma, favorisce anche in quest’area una prevalenza di rossi anche a base di cabernet franc, syrah e dei locali shiroka e keratzuda.
Costa est del Mar Nero: è la regione più a est della Bulgaria, mitigata dal Mar Nero che dolcemente regola il clima del territorio regalando una produzione di vini bianchi, ricchi di freschezza e mineralità. Stagioni invernali miti si alternano a estati mai troppo calde, con buone alternanze termiche circadiane, che favoriscono buone aromaticità nei vini. L’orografia è caratterizzata da alternanze collinari e pianeggianti, con suoli abbastanza variegati che vanno dal limo argilloso all’alluvionale e al calcareo. In questo contesto, come detto, prevalgono i vitigni bianchi, tra i quali chardonnay, sauvignon blanc, muscat ottonel e l’autoctono dimiat.
Un recentissimo viaggio a Sofia mi ha consentito di toccare con mano questa emergente realtà viticola e di visitare una delle cantine più affermate del territorio, Minkov Brothers Wine Cellar. L’azienda è situata a poca distanza dalle coste del Mar Nero, sulla statale che porta da Sofia a Burgas, in prossimità della cittadina di Karnobat.
L’area vitata è molto estesa, arrivando a coprire circa 450 ettari con vigneti distribuiti tra le ultime propaggini est della Valle della Tracia, al confine con il territorio della Costa del Mar Nero, intorno a Karnobat e alcune proprietà situate verso l’area più centrale della Valle. Le coltivazioni traggono vantaggio dalla posizione, grazie ad un clima particolarmente favorevole, sotto la duplice influenza del Mar Nero sul lato orientale e il Mare Egeo a sud. L’incontro di brezze provenienti dai quadranti meridionali e nord-occidentali, le nette alternanze termiche giorno-notte e la dolcezza del clima, con inverni poco rigidi e estati mai torride, permettono alle vigne cicli vitali appropriati che regalano vini di ottima qualità. I cru da cui si ricavano le selezioni di maggiore pregio sono ricompresi nelle aree dei villaggi di Terziysko, Ognen e Devetak.
La Cantina nasce nel 1875 ad opera di tre fratelli, Ivan, Vassil e Niceforo, i quali, dopo approfonditi studi condotti in Europa e in particolare in Francia, decidono di consolidare il loro sogno e fondano l’azienda. Il loro impegno fu da presto premiato con il conseguimento, la prima nella storia per un vino bulgaro, della medaglia al Concorso Internazionale di Bruxelles del 1894.
Nei 135 anni di storia della cantina, la ricerca di un continuo equilibrio fra le tradizioni familiari e l’attenzione al miglioramento dei processi tecnologici ha permesso all’azienda via via di guadagnarsi una posizione primaria nel teatro enologico nazionale. Oggi l’Azienda ha raggiunto importanti livelli produttivi, tanto che nel 2018 una vendemmia qualitativamente molto positiva ha portato ad una raccolta vicina ai 500.000 kg di uva per un totale di circa 3.000 Hl di vino. Non sono mancati negli ultimi anni i premi a importanti concorsi internazionali, fra cui Decanter World Wine Awards, Concours Mondial de Bruxelles e diversi altri.
La realtà produttiva inoltre è inserita in un gruppo più ampio, che comprende anche una parte aziendale decisamente più grande, la Vinprom Karnobat, situata a poca distanza, con un vigneto totale di quasi 1.400 ettari, destinata alla produzione dei vini della grande distribuzione e a vini con più elevato rapporto qualità/prezzo. In questo ambito si inserisce la linea di vini “Cycle”, più easy, ispirata in etichetta al mondo vintage dei velocipedi di un tempo, e costituita da vini di pronta beva, realizzati con vitigni internazionali quali sauvignon blanc, chardonnay, traminer, cabernet sauvignon, merlot, syrah ecc..
Giungiamo alla Minkov Brothers Wine Cellar, la cui struttura aziendale si staglia da lontano ben visibile sui vigneti che la circondano, in un’assolata mattina di maggio e l’accoglienza è subito calorosa e piacevole, allietata da un piccolo cerimoniale d’ingresso, legato ad antiche tradizioni locali. Gli enologi Dimitar Tsenov e Ivan Biandov ci fanno da ciceroni conducendoci nei vari locali di produzione e illustrando con grande perizia le varie fasi. Il tour ha permesso di visitare sia le aree di vinificazione sia i locali di invecchiamento; questi ultimi posti nei tunnel sotterranei della tenuta, dove alloggiano ben 2.600 barrique di rovere.
Le produzioni premium dell’azienda sono ottenute mediante processi orientati alla salvaguardia della qualità. Le vendemmie sono operate a mano, previa accurata selezione nei vigneti al fine di garantire una resa ridotta, compresa tra 500 e 900 kg/ha, a seconda della varietà. Le uve una volta in cantina sono preliminarmente raffreddate per 24 ore, prima di essere selezionate e pigiate e poste a fermentare. Una preliminare macerazione a freddo viene effettuata per un massimo di 4 giorni, seguita da una fermentazione alcolica che a seconda delle tipologie arriva a un massimo di 14 giorni con una post-fermentazione fino a 7 giorni. Il vino viene poi trasferito in barrique, in cui avviene la fermentazione malolattica e infine, attraverso una maturazione fino a uno o due anni, a seconda del brand e successivi travasi viene posto in commercio.
Non sono mancate ovviamente le degustazioni di alcuni dei vini di punta dell’azienda, accompagnati da abbinamenti gastronomici sapientemente preparati per l’occasione a conferma della grande ospitalità riservata.
Minkov Brothers Sauvignon blanc Enoteca 2017 (Thracian valley) – alcol 13,0 % – un Sauvignon di ottima fattura, che dalla sua brillantezza e dal colore paglierino tenue, ma vivido, preannuncia un profilo gusto olfattivo di pregio. Al naso si stagliano note di frutti esotici, ananas e mango su tutti, piacevolmente intercalate da profumi vegetali di salvia, timo e peperone e una sfumata tonalità di vaniglia a marcare il breve passaggio in barrique. Corsa gustativa di buona eleganza, con ingresso inizialmente mielato e morbido, a cui si avvicendano contrappunti fresco-sapidi ben dosati che rendono agile e appagante il sorso.
Minkov Brothers Jamais Vu Rosè 2017 (Thracian valley) – alcol 12,5 % – uvaggio che strizza l’occhio al mondo francese con grenache, cinsault e caladoc in una veste rosa provenzale molto delicata. Un vino che fa delle tonalità sfumate una cifra stilistica, in cui i sentori olfattivi, primariamente di piccoli frutti rossi, fragoline, ribes e una fine florealità di rose si rincorrono anche nel momento gustativo, donando una bella freschezza e piacevolezza, in una beva piuttosto agile.
Minkov Brothers Le Photographe Pinot Noir 2017 (Thracian valley) – alcol 13,1 % – con la linea Le Photographe, realizzata con importanti e pregiate tipologie di uve, l’Azienda punta ad uno stile qualitativo molto particolare e raffinato. L’idea del designer e fotografo Dian Kostadinov, abile ideatore di tutte le etichette della Cantina, alcune delle quali premiate, è quella di avvicinare il punto di vista del fotografo e del winemaker: entrambi non usano parole, ma emozioni, sensazioni e sensibilità. Questo pinot noir, ottenuto da un cru prossimo all’Azienda nel villaggio di Lozenets, affascina sin dal suo aspetto, di un colore rosso rubino traslucido, vivacissimo. Il bouquet, ricco e complesso, si dipana su profumi netti e franchi di marasche e lamponi, su petali di viola e su una speziatura elegante di vaniglia e cannella, grazie ad un sapiente affinamento di 12 mesi in barrique usate. Al palato una fruttuosità succosa e avvolgente gioca su un equilibrato contrasto con tannini raffinati sostenuti da una buona freschezza e un corpo medio che si apprezzano nel lungo finale.
Minkov Brothers Cabernet Sauvignon Reserva 2013 (Thracian valley) – alcol 14,5 % – una riserva ispirata alla tradizione di questo vitigno internazionale, accuratamente affinata per 12 mesi in barrique francesi e americane, dotata di un significativo potenziale di invecchiamento. Il suo colore denota un impronta stilistica forte, intensa dal colore granato carico e profondo. Variegato profilo olfattivo, ricco di profumi di frutti neri, mirtillo, mora, sospinti da una vena eterea; note terziarie di pepe, chiodo di garofano, tabacco inglese, cuoio e un soffio di boisé. Il palato è appagato da un sorso pieno, intenso, di grande morbidezza, arricchito da una decisa ma elegante nota tannica ben levigata. Il frutto quasi croccante si fa spazio nella dinamica gustativa, donando freschezza ad un finale che riecheggia piacevoli speziature.
Minkov Brothers Seasons of Memories 2010 (Passito liquoroso) – alcol 16,0 % – ottenuto da uve aromatiche da vigneti selezionati, sfoggia una trama cromatica color topazio intenso. Sentori tostati di frutta secca, uniti a note eteree miste a un soffio di miele e caramella d’orzo si affacciano finemente al naso. In bocca è dolce, indugiando ad una morbidezza avvolgente, in cui le note tostate e un marcato gusto di noisette accompagnano il sorso in un gradito finale.