Dimenticatevi i lieviti selezionati, gli starter, gli enzimi: questo è un vino per “no conventional people”, di quelli strani, quelli che piacciono a me, ma questo ve l’ho già detto!

Alberto Rigon
Alberto Rigon, 27 anni (di cui più di 10 trascorsi tra vigna e cantina), laureato in Enologia presso l’Università di Udine, è il titolare di MaterVi vini Underground, l’azienda che produce questo rosé, e non solo.
L’azienda, che ha sede a Fara Vicentino, nei pressi dell’altopiano di Asiago, in provincia di Vicenza, è in conversione biologica: qui si pratica una viticultura naturale, estranea all’uso di chimica in vigna e di correzioni in cantina, ma possiamo ben dire che il “non interventismo” sia un vizio di famiglia, visto che prima il nonno e poi il padre di Alberto hanno sempre usato in vigna solamente rame e zolfo.
Dai quasi tre ettari di vigna, che si trovano nel territorio di Breganze, vengono prodotti tre vini dai nomi non banali, per un totale di circa 10.000 bottiglie.
Vesplicito è un bianco ottenuto da uve vespaiola, un vitigno autoctono della zona di Breganze in cui, da queste parti, si crede veramente molto, ed è vinificato attraverso fermentazione spontanea con i propri lieviti e macerazione sulle bucce in cisterna d’acciaio per circa sette giorni.
Tainot è un vino bianco frizzante ottenuto da uve tocai friulano, pinot bianco e vespaiola, sempre realizzato con fermentazione spontanea e non filtrato né chiarificato. Rifermenta in bottiglia con mosto di pinot bianco congelato al fine di impiegare lo zucchero delle stesse uve per la seconda fermentazione.
Anonimo, infine, è il nome di questo rosato, un blend a base di una varietà storica di pinot, il pinot vanderville, con aggiunta di groppella e merlot. Anche in questo caso, fermentazione spontanea con i propri lieviti indigeni e macerazione sulle bucce per due giorni in cisterna di cemento. La fermentazione malolattica avviene spontaneamente.
Quest’ultimo, Anonimo, è il vino che ho degustato: mi piace molto il colore, tra un rosso scarico e un rosa melograno, velato, giustamente, non essendo filtrato (ma poi, perché filtrare? per togliere cosa?); buona la consistenza nonostante i “soli” 12,5% vol.
Naso fruttato di lampone e ciliegia, con il contorno di gradevoli note di mentuccia e anice.
Il sorso è fresco, dinamico, croccante, contraddistinto da una buona sapidità. Un vino semplice ma non banale, genuino, da bere in buona compagnia: come direbbe un mio amico, specialmente in questa stagione col caldo che incalza, “au bord de la mer”