Ecco un libro che potrà arricchire la nostra conoscenza sullo Scotch Whisky con numerose informazioni ed altri aspetti ad esso correlati. Si tratta di “WHISKYPEDIA – a gazetteer of Scotch Whisky” scritto dalla penna agile e colta di Charles MacLean per la casa editrice Birlinn.
Carissimi amici sommelier ed appassionati torniamo a parlare di distillati, anzi di un nobile distillato: lo Scotch Whisky. Ecco un libro che potrà arricchire la nostra conoscenza sull’argomento con numerose informazioni ed altri aspetti ad esso correlati. Si tratta di “WHISKYPEDIA – a gazetteer of Scotch Whisky” scritto dalla penna agile e colta di Charles MacLean per la casa editrice Birlinn.
Il titolo gioca col sostantivo whisky ed è mutuato dal nome di una ben nota “enciclopedia libera online”, quasi a proporre, nelle intenzioni dell’autore, un testo enciclopedico sull’universo dello Scotch. Nella breve ma incisiva introduzione MacLean anticipa che il libro è soprattutto basato sulla descrizione delle distillerie della Scozia, ma cerca anche di spiegare perché ogni whisky ha il suo aroma caratteristico e come questi sentori possano cambiare col passare degli anni.
La prima sezione inizia con una veloce trattazione dei principali aspetti storici legati alla produzione del whisky. Si parla del periodo buio e della successiva rinascita, con l’adozione di prospere iniziative commerciali come quella dei Classic Malts, spesso imitate, ma non altrettanto fortunate, con la differenziazione delle linee produttive, attraverso l’impiego di varie combinazioni di botti e di diversi sistemi di invecchiamento. Interessante il capitolo dedicato alle differenze regionali, anche se l’autore sottolinea che quelli che erano considerati gli storici caratteri distintivi dei vari single malt oggi si stanno confondendo a causa delle continue sperimentazioni, nel tentativo dei vari distillatori di ampliare la propria “carta” con bottiglie sempre nuove e diverse. Seguono le indicazioni per una facile comprensione delle schede e note sugli ingredienti, sul processo produttivo, sulla dotazione di apparati della distilleria, sulle botti e sui magazzini di invecchiamento.
La seconda sezione è la più ampia ed occupa circa il 70% dell’intero testo. Si tratta di una sequenza di ben 138 schede, una per ogni distilleria della Scozia. Ogni scheda riporta il nome della distilleria, non il nome commerciale o quello del marchio del single malt o del grain whisky. In molti casi essi coincidono, ma esistono diverse eccezioni. Le schede riportano lo status produttivo delle distillerie; infatti vengono elencate tutte le distillerie produttive, cui si aggiungono quelle operative fino al 1945 e che attualmente sono temporaneamente fuori servizio, smantellate, distrutte o convertite ad altra destinazione d’uso. Per tutte le distillerie è riportata la regione produttiva, Lowland, Speyside, Highland (con l’indicazione Island fra parentesi ove necessaria), Campbeltown e Islay, secondo la legislazione in vigore: Scotch Whisky Regulation 2009.
Le schede sono corredate da numerose informazioni: notizie storiche, curiosità ed aneddoti; proprietà, capacità produttiva e varie espressioni della gamma produttiva. Nella parte sulle materie prime si specifica il tipo di acqua (morbida o dura) e la fonte di approvvigionamento, il tipo di malto, la provenienza e il grado di tostatura, definito in ppm phenols (parti per milione di fenoli). Sinottica la descrizione delle dotazioni della distilleria: numero e tipo di alambicchi, modalità di somministrazione del calore e tipo di condensatore. Per quanto riguarda l’invecchiamento vengono descritti i magazzini (warehouses), le modalità e la capacità di stoccaggio e la tipologia delle botti impiegate. Non mancano indicazioni sullo stile produttivo e sulle caratteristiche gustative dei prodotti più rappresentativi di ogni singola distilleria.
La terza sezione cerca di chiarire al lettore alcuni dati specifici del mercato mondiale del whisky, quali la costituzione di grandi gruppi multinazionali, che detengono la gran parte della produzione mondiale, la top ten dei single malts, dati sul consumo di whisky e sulle esportazioni, nonché importanti indicazioni sui diversi siti internet che trattano l’argomento whisky. Ancora una volta Charles MacLean mette in campo la sua mostruosa competenza e la pone a nostra disposizione in un perfetto stile anglosassone, chiaro e conciso. Purtroppo devo dire che il testo è scritto in lingua inglese e quindi non e immediatamente accessibile a tutti. Tuttavia, se volete approfondire le vostre conoscenze sullo Scotch Whisky, questo libro non può mancare nella vostra libreria: potete sempre farvi aiutare da un traduttore automatico!
Buona lettura!