da Antonio Furesi - Delegazione di Sassari | Feb 8, 2019 | Articoli, Rubriche, Senza categoria
Una delle principali (e più apprezzate) caratteristiche della didattica AIS è sicuramente la grande attenzione dedicata al tema dell’abbinamento cibo-vino. Siccome l’appetito vien mangiando, è quasi naturale estendere l’analisi sensoriale ad altre bevande e, perché no?, anche oltre (ad esempio il fumo lento di sigari e pipe). Senza trascurare ulteriori suggestioni (musicali, letterarie, artistiche…) che possono contribuire a rendere l’esperienza sensoriale davvero totalizzante. Da questa idea nasce “Controsensi”, la rubrica di prossima istituzione nel nostro sito, da intendersi sia come (In)contro(di)sensi, sia come desiderio di approfondire e proporre accostamenti che, a prima vista, potrebbero apparire non del tutto omogenei. Per iniziare, la qualificata penna di Antonio Furesi, grande conoscitore di birre e distillati, cultore del “fumo lento” e raffinato appassionato di musica. Buona lettura! (G.D.)
Mi piace pensare che uno degli aspetti interessanti e per un certo verso divertenti dell’attività del sommelier sia quello di sperimentare continuamente nuovi e a volte arditi percorsi sensoriali. Uno di questi è senza dubbio l’abbinamento del cosiddetto “fumo lento” con alcune bevande a base alcolica. In questa ricerca di diverse frontiere del gusto, ho voluto studiare un abbinamento tutto “dark” tra una particolare miscela per pipa ed una birra Imperial Stout di originale fattura, nella convinzione di un positivo connubio fra i caratteri aromatici e gustativi dei tabacchi utilizzati ed il profilo organolettico della birra in degustazione.
Sound of Islay è una Imperial Stout di alta gradazione alcolica (13% vol.), prodotta dal Birrificio britannico Buxton Brewery Co. sito nell’omonima città a sud di Manchester. La peculiarità di questa birra, caratterizzata da una elegante veste scura, sormontata da un cappello di schiuma densa, compatta e dal colore beige scuro, è data da un affinamento per almeno un anno in botti di quercia, precedentemente utilizzate per invecchiare blasonati Single Malt Scotch Whisky dell’Isola di Islay. Questo particolare affinamento contribuisce ad arricchire il profilo olfattivo e gustativo, già piuttosto opulento in virtù dello stile produttivo che contraddistingue questa birra.
E infatti, al naso la complessità aromatica è subito evidente, declinata su note di caffè, liquirizia, cacao, uvetta sotto spirito, effluvi iodato-fenolici, una speziatura di pepe e una leggera affumicatura con un soffio terroso e salmastro. In bocca si percepisce subito un leggero amaricante da chicco di caffè. Compare poi un’impronta di legni tostati, sostenuta da percezioni retrolfattive decisamente torbate e fumé, a cui si accompagnano coloriture più morbide di cioccolato e un cenno di caramello, che seguono un lungo finale caldo e corroborante.
Peterson Balkan Delight è una miscela che, a dispetto del suo nome, non contiene tabacchi Orientali. È prodotta da Scandinavian Tobacco Group e può considerarsi meglio una English Mixture, in cui prevalgono Virginia e Latakia, con una variante data da una buona dose di Perique, che ne accentua alcune sfumature odorose.
Aperta la latta, la miscela, dall’aspetto melange piuttosto scuro, con un taglio ribbon, sprigiona a crudo iniziali venature tenui di miele e caramello, tipiche del Virginia, in cui si fanno subito strada i sentori di fumo di torba tipici del Latakia ed una speziatura piccante con tutta probabilità legata al Perique. Caricata e accesa la pipa, il fumo si distende al palato regalando i primi sentori; il Latakia con il Perique si combinano egregiamente per regalare una palette aromatica, sorretta dalla rotondità del Virginia, molto delicata e complessa in cui si aprono note di legno di ginepro e conifere, torba, cuoio antico. Il gusto è deciso, con inflessioni affumicate e tostate, un sottofondo leggermente terroso ed un accenno piccante al palato con richiami di zenzero.
Veniamo all’abbinamento. L’assaggio della birra, subito dopo alcune generose boccate di Balkan Delight, sorprende per la complessa ricchezza di combinazioni del corredo gusto-olfattivo fortemente incentrato su note terziarie di spezie, torba e richiami iodati. L’abbinamento gioca sicuramente sulle sinergie che il Latakia offre esaltando i caratteri del particolare processo di affinamento della birra, accentuando le sinuose sfumature speziate, con una nota salsoiodica che riporta immediatamente alla mente profumi e sensazioni di scogliere sferzate da venti burrascosi. La degustazione procede lenta e metodica, regalando rilassati sentori di legno, cuoio e cacao frammisti con gli aromi fumosi dei tabacchi che rincorrono e a momenti accentuano queste percezioni sensoriali.
L’esito è decisamente appagante, concedendo un piacevole relax su un finale di bocca lungamente ricco e disteso. Niente di meglio, per accompagnare questo rilassante momento, che l’ascolto delle atmosfere soft regalate dal John Coltrane Quartet e le sue “Ballads”
https://www.youtube.com/watch?v=8rOMV0A5jd0
Sempre utile ricordare che fumare nuoce alla salute!
da dal nostro inviato Antonio Furesi - Delegazione di Sassari | Ott 26, 2018 | Articoli, Senza categoria
Diario di una due giorni all’insegna della birra artigianale di qualità.
Nel weekend dal 12 al 14 ottobre si è tenuta a Roma l’edizione 2018 del Salone Internazionale della Birra Artigianale “EurHop!”. L’evento, svoltosi in una sede di grande fascino come il Salone delle Fontane all’Eur, è stato un’imperdibile occasione per degustare nei tanti stand allestiti uno smisurato assortimento di differenti tipologie di birre, a scelta fra circa 800 etichette, alcune delle quali quasi un unicum nel mondo brassicolo internazionale.
EurHop! è ormai considerato un appuntamento italiano di grande prestigio e richiamo per il mondo della birra artigianale di qualità. L’organizzazione, come ogni anno, è affidata a Publigiovane Eventi, editrice tra l’altro del magazine Fermento Birra, e a Ma Che Siete Venuti a Fa’, lo storico pub romano del guru dei publicans Manuele Colonna.
Il Salone delle Fontane all’Eur ha costituito una location ottimale per l’evento. Quest’opera, espressione del Razionalismo italiano, ideata dall’architetto Gaetano Minnucci agli inizi degli anni 40 in occasione dell’Esposizione Universale prevista per il 1942, ha offerto la possibilità di godere delle degustazioni sia negli spazi esterni – visto il favore della condizioni meteo, in una bella scenografia, a ridosso del complesso delle fontane e dell’austero colonnato, contornata da un’area street food di eccellenza – sia nella grande sala interna dove sono stati collocati i circa 45 stand che ospitavano i vari birrifici partecipanti.
Dopo le formalità di rito alla registrazione, nel primo pomeriggio di sabato, non senza una certa trepidazione, ho fatto ingresso nell’ampio salone già gremito. La nutrita serie di espositori e di etichette presenti fornivano subito un impatto coinvolgente che richiedeva senz’altro un momento di necessario orientamento.
“EurHop! Roma Beer Festival” è un evento a inviti e la selezione dei birrifici partecipanti è stata operata appunto da Manuele Colonna e dal suo staff del pub Ma Che Siete Venuti a Fa’, con l’obiettivo di garantire una vasta scelta di qualità sia per i più navigati beer geek, che per i bevitori occasionali, potendo spaziare tra una vasta selezione di birrifici italiani e una interessante rappresentanza di quelli esteri, tra cui belgi, americani, scandinavi, ecc.
Anche la nostra Isola era ben rappresentata; presenti infatti il birrificio P3 Brewing Co. di Sassari, che, fra le altre etichette di prestigio già apprezzate dai birrofili, presentava la nuova nata dal bizzarro nome 079, una extra brut IPA dal grande bouquet floreale e mediterraneo, ben secca e di grande beverinità, e il Birrificio di Cagliari, che insieme al corredo delle tradizionali birre offriva la possibilità di degustare due nuovi Sidri freschi e dissetanti, Kara Mela, acidulo e secco, e Stra Fico al fico d’india, leggermente amabile, fruttato e aromatico.
L’impulso primario, all’interno di questa vasta possibilità di scelte, è stato ovviamente quello di approfittare di cotanta bellezza lanciandosi in una massiva degustazione, al massimo possibile. Ritornando poi con i piedi per terra e valutando anche l’avanzare dell’età, è stato più saggio pianificare le degustazioni dando anche un’occhiata alla dettagliata brochure consegnatami all’ingresso.
Numerose comunque le etichette degustate e, anche se sinteticamente, vale la pena illustrare alcune interessanti realtà che ho avuto modo di degustare.
13 ottobre
Taras Boulba; Brasserie de la Senne. (BEL), Session beer, 4.5% – Secca, buon amaro da generosa luppolatura. Note fruttate di agrumi, leggera resina e floreale.
Saison du Meyboom; Brasserie de la Senne (BEL), Saison, 5.5% – Profumi terrosi e vinosi, asciutta, dalle sensazioni vinose anche al palato. Note di malto e deciso finale luppolato.
Kveikaroo; Birrificio Bådin (NOR), Norvegian farmhouse ale, 6% – Collaboration con il birrificio australiano Nomad – Impronta olfattiva vinosa e maltata. Note iodate e salmastre. In bocca regala fruttuosità, sapidità e note croccanti di frutto a polpa gialla e acino d’uva. Amara e lunghissima. Colture di antichi lieviti norvegesi Kveik.
Surette Reserva Palisade Peach 2017; Birrificio Crooked Stave (USA), Sour-ale, 6% – Naso pungente, acidità di frutti freschissimi, leggero lattico, boisé, gomma. In bocca è inizialmente spigolosa, acida, ma si equilibra con note di pesca, malto e una elegante sapidità finale. Affinata in botti di quercia.
Fluctuation; Birrificio Equilibrium (USA), Double IPA 8.1 % – Impatto di grande intensità, con luppoli in evidenza, resina di pino, ginepro, in una trama maltato-caramellata leggera e un fruttato esotico e agrumato. In bocca è esplosiva, con l’alcol perfettamente addomesticato da una struttura ben presente. Ricca con le componenti olfattive che si propagano senza sosta nel palato. Amaro deciso ma equilibrato. Interminabile
Hop Machine; Birrificio Pontino (IT), double IPA, 7% – Olfatto agrumato deciso. La frutta a nocciolo e il balsamico si fondono poi a leggere note caramellate. Gusto pieno, di corpo, con amaro ben presente ed elegante.

Warpigs Elite Human; Birrificio Mikkeller (DEN), NEIPA, 6.5% – Cremosa sia alla vista che al palato. Frutti gialli, eucalipto. Succosa pesca e un finale resinoso-agrumato sostengono il sorso.
Tras in Camisa Duu, Birrificio Lambrate (IT), Berliner weisse, 4%. – Al naso le sensazioni acido-lattiche si intrecciano con la nota esotica del mango e del passion fruit donando freschezza al bouquet. In bocca è lattica e rinfrescante; nella corsa gustativa l’acidità lascia spazio al gusto tropicale del frutto che si dipana nel finale persistente.
Apricot; Birrificio Cascade (USA), Sour all’albicocca, 8.5% – Frutto fresco di albicocca con una nuance sciroppata. Acidità al palato ben dosata in un contesto di frutta fresca e croccante. Lunghissima
Pistachio Super Void; Birrificio Coppertail (USA), Imperial stout, 12% – Interessante bouquet ricco di tostato con una nota prevalente di pistacchio e mandorla, nutella, caffè, radice di china. In bocca esalta le componenti legate alla frutta secca per poi lasciare spazio all’alcol e al finale ammandorlato.
Rubycite; Birrificio Jester King (USA), Kriek, 5.9% – Fresca al naso, con amarena e frutti di bosco immersi in una ventata di fiori rossi, viola e rosa baccarat. In bocca, all’ingresso, sferza il palato con una freschezza che lascia poi spazio alle note di ciliegia croccante. Lungo finale leggermente sapido.
Cinsault; Brasserie Cantillon (BEL), Sour IGA, 7%. – Vinosa, ricca di frutti freschi. In bocca è decisamente acidula, corroborata dalle sensazioni vinose quasi croccanti del chicco d’uva. Sorso rinfrescante e lungo.
14 ottobre
Samos; Birrificio Sagrin (IT), IGA con Moscato, 5.5% – Naso fresco di drupacee (pesca, albicocca), accompagnato da una delicata vinosità mielata. In bocca coniuga una rinfrescante nota acidula alla percezione del vitigno che regala morbidezza al sorso. Molto beverina e dissetante.
Quarta Runa; Birrificio Montegioco (IT), Sour alle pesche rune, 7% – Profumi prevalenti di frutta, con la pesca in primo piano, leggero erbaceo e floreale. In bocca, l’ingresso denota freschezza unita alla fruttosità in cui il gusto della pesca si esalta equilibrato da una decisa acidità, dando nel complesso sostegno a una lunga persistenza.
Brown Porter; Birrificio Canediguerra (IT), Porter, 3.8% – Complesso corredo di note tostate, dal caffè al cappuccino, nocciola gianduia, leggera radice di liquirizia, frutti di bosco e un sottile boisé. In bocca scorre facile e snella, riportando al palato i sentori preannunciati al naso.
Xyauyù Kioke; Birrificio Baladin (IT), Barley wine invecchiato 18 mesi in botti giapponesi di ciliegio, 12% – Ambrata, velata senza schiuma. Naso di grande ricchezza; una sapiente fusione di nocciole tostate, mandorle, una punta di umami, cacao e radice di china. In bocca ha un’ampiezza di gusto ricca ed elegante, in cui le note olfattive ritrovano spazio, in una densa matrice eterea, che ricorda per un verso i blasonati sherry.
Gong; Birrificio Bonavena (IT), Robust porter, 6.5% – Ricco bouquet di caffè, liquirizia, china e cacao, a cui fa da sfondo una nota di piccoli frutti di bosco. Intensa in bocca pur nella sua fluidità, ripercorre note tostate in cui il cacao e il caffè stimolano il palato. Una leggera freschezza unita a un buon amaro bilanciano il sorso.
Birra Cotta; Birrificio Opperbacco (IT), Barley wine invecchiato in botte condizionata con fumo di toscano extravecchio e fermentata con mosto di Montepulciano, 13% – Naso decisamente complesso, in cui si avvicendano noisette, cacao, uva sultanina, Mon Chérie e un soffio di tabacco. In bocca è calda, piacevolmente rotonda; l’equilibrio si realizza nel connubio fra un gusto dolce di uva passa, cioccolato e il finale amaricante del caffè e del tostato.
Pale Ale; Birrificio Vento Forte (IT), Pale ale, 5.4% – Pale classica dorata dal buon connubio tra le note gusto-olfattive dei malti e quelle dei luppoli, in cui prevalgono il miele di acacia, il biscotto, l’agrume di bergamotto, una freschezza tropicale e il balsamico resinoso. Il sorso è ben asciutto, amaro e di ottima persistenza con un finale esotico e agrumato.
Suburban Saison; Birrificio Rebel’s (IT), Saison, 8% – Ispirazione belga nei toni terrosi e leggermente umici; poi malto, mielato e una piacevole spinta luppolata. In bocca è secca, gradevole nelle note di malto accompagnate dal sentore terroso e da un timbro fresco.
Märzen; birrificio Doge (IT), Märzen, 5.1%, servita in botte a caduta – Birra in rigoroso stile bavarese; ricalca un gusto molto tradizionale, in cui sono prevalenti note olfattive di malto, nelle sue sfaccettature mielate, di caramella d’orzo e biscotto ben amalgamate con una vena erbacea di fieno appena tagliato. In bocca è inizialmente rotonda e scorrevole, poi chiude con un amaricante ben dosato e leggero

Questa sintetica rassegna non rappresenta altro se non la piccola punta di un iceberg rispetto ad una realtà brassicola italiana ed europea che, a distanza di circa 20 anni dalla renaissance del movimento artigianale, non mostra alcun segno di cedimento e anzi in più aspetti manifesta dei trend positivi sia nei numeri, ma soprattutto nella ampiezza di varietà stilistiche e nella qualità, spaziando da validissimi remake di stili tradizionali spesso dimenticati a grandi novità, spesso ai limiti dell’unicità. La realtà italiana si pone ormai nel contesto internazionale come punto di riferimento per chi vuole immergersi in questo particolare panorama produttivo e sicuramente il Beerfestival romano di EurHop!, giunto ormai alla sua sesta edizione, ne è un esempio altamente professionale e accattivante, che offre al bevitore attento e consapevole l’occasione per provare e degustare prodotti interessantissimi, spesso non reperibili al di fuori dell’evento.
Che dire, attendiamo con ansia la prossima edizione!
Guarda il filmato